IN THE FOOTSTEPS OF GIOTTO IN ROME: The Vatican Fragment
Il Museo dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, nell’ambito del ciclo “Caring for Art. Restauri in mostra”, accoglie il cosiddetto Frammento Vaticano, unico resto del ciclo di pitture murali che Giotto e i suoi realizzarono nel primo quarto del XIV secolo nell’antica Basilica di San Pietro in Vaticano. Un’opera di eccezionale valore storico e artistico, ora godibile pienamente dopo un complesso intervento di restauro condotto dall’Opificio delle Pietre Dure tra il 2016 e il 2019.
Il Frammento Vaticano rappresenta una rara testimonianza dell’attività romana di Giotto: si tratta di una porzione di pittura murale staccata, raffigurante due santi a lungo identificati, a torto, con San Pietro e San Paolo.
La storia di questo frammento è affascinante e segnata da una complessa stratificazione di materie e memorie. L’antica Basilica di San Pietro, eretta nei primi secoli del Cristianesimo, fu progressivamente demolita a partire dal XVI secolo per far posto al progetto di Bramante e Michelangelo. Della decorazione murale trecentesca affidata al più importante pittore del tempo e la cui memoria è tramandata nelle fonti, questo frammento è l’unica testimonianza materiale, sopravvissuto per il suo valore testimoniale e devozionale e perciò conservato nel tempo con grande cura.
Un’iscrizione sul retro ricorda come, nel 1610, l’opera fu donata da Pietro Strozzi, canonico della basilica vaticana e segretario di Papa Paolo V, a Matteo Caccini. Quest’ultimo, riconoscendone l’importanza, provvide a farlo ornare e a esporlo al culto, non sappiamo in che luogo, nel 1625.
A partire dal 2016 l’Opificio delle Pietre Dure ha intrapreso una minuziosa campagna di indagini diagnostiche, seguita da un attento restauro. L’intervento ha avuto come fulcro la rimozione di ridipinture e patine sovrapposte nel corso dei secoli, che avevano progressivamente compromesso la leggibilità del pezzo, oscurando la raffinatezza della pittura originaria. Grazie alla pulitura sono tornate alla luce stesure delicate e finissime.
La mostra offre l’occasione unica e imperdibile di ammirare un frammento giottesco quasi inedito, ma anche di conoscere da vicino i risultati di un progetto di studio, conservazione e valorizzazione condotto con rigore scientifico.
Il Frammento Vaticano rappresenta una rara testimonianza dell’attività romana di Giotto: si tratta di una porzione di pittura murale staccata, raffigurante due santi a lungo identificati, a torto, con San Pietro e San Paolo.
La storia di questo frammento è affascinante e segnata da una complessa stratificazione di materie e memorie. L’antica Basilica di San Pietro, eretta nei primi secoli del Cristianesimo, fu progressivamente demolita a partire dal XVI secolo per far posto al progetto di Bramante e Michelangelo. Della decorazione murale trecentesca affidata al più importante pittore del tempo e la cui memoria è tramandata nelle fonti, questo frammento è l’unica testimonianza materiale, sopravvissuto per il suo valore testimoniale e devozionale e perciò conservato nel tempo con grande cura.
Un’iscrizione sul retro ricorda come, nel 1610, l’opera fu donata da Pietro Strozzi, canonico della basilica vaticana e segretario di Papa Paolo V, a Matteo Caccini. Quest’ultimo, riconoscendone l’importanza, provvide a farlo ornare e a esporlo al culto, non sappiamo in che luogo, nel 1625.
A partire dal 2016 l’Opificio delle Pietre Dure ha intrapreso una minuziosa campagna di indagini diagnostiche, seguita da un attento restauro. L’intervento ha avuto come fulcro la rimozione di ridipinture e patine sovrapposte nel corso dei secoli, che avevano progressivamente compromesso la leggibilità del pezzo, oscurando la raffinatezza della pittura originaria. Grazie alla pulitura sono tornate alla luce stesure delicate e finissime.
La mostra offre l’occasione unica e imperdibile di ammirare un frammento giottesco quasi inedito, ma anche di conoscere da vicino i risultati di un progetto di studio, conservazione e valorizzazione condotto con rigore scientifico.
Notes d'accès:

Accès direct depuis la billetterie et entrée dans le premier créneau de visite disponible.
Dernière entrée une demi-heure avant la fermeture.
Entrée gratuite chaque premier dimanche du mois; accès prioritaire suspendu.
Photo gallery